Chi, come me, è genitore vorrebbe sempre avere le parole giuste da dire ai propri figli quando stanno sbagliando e, forse, stanno facendo proprio gli stessi errori che  abbiamo fatto noi  alla loro età.  Ma, se da un lato è   giusto invitarli a riflettere sulle conseguenze delle loro scelte, è anche  vero che dobbiamo lasciarli sbagliare, e comunque non abbiamo scelta. Ognuno di noi nella vita deve fare il suo percorso, e questo percorso è costellato di ostacoli  che non  arrivano dall’esterno – come spesso crediamo – ma che sono dentro di noi, ostacoli che noi ci siamo costruiti: sono i blocchi della nostra  personalità, i nostri  nemici interni.

Tutte le parole del mondo, anche le più sagge, non servono quando dentro di te manca la chiarezza, come racconta la Baghavad Gita  che è solo simbolicamente il racconto di una guerra tra 2 eserciti nemici, ma è  soprattutto una storia di confusione che scompare grazie al più alto discernimento. “Chi non sa e dubita è perduto, quindi recidi il tuo dubbio, provocato dall’ignoranza, con la spada della conoscenza, e alzati“: sono le parole che Krishna, Dio incarnato, dice ad Arjuna, principe guerriero che si rifiuta di fare il proprio dovere e combattere. Malgrado l’invito di Krishna, Arjuna non recepisce granché del suo insegnamento e continua a esprimere dubbi e mostrare debolezze. Arjuna siamo noi, funzioniamo così, che ci piaccia o no ammetterlo.

Il dubbio, o indecisione, è uno degli ostacoli alla chiarezza mentale citati anche da Patanjali  nello Yoga Sutra, aforisma I.30, insieme con malattia, scoraggiamento o sconforto avvilimento, pigrizia, intemperanza, eccitazione, errata percezione  e volubilità. Quali armi abbiamo per combattere  questa guerra interna che ci riguarda tutti, nessuno escluso?  La nostra pratica yoga, ancor più se associata allo studio dei testi, ci permette di portare lo yoga nella vita quotidiana, pacifica la mente e la rende più centrata contrastando la sua tendenza alla dispersione.

Attraverso lo yoga cerchiamo di diventare i re della nostra mente invece di esserne gli schiavi. Scopriamo così che possiamo osservare la mente invece di essere totalmente identificati con quello che pensiamo, scopriamo anche che non tutto quello che pensiamo corrisponde alla realtà. E, quando riusciamo a mettere un po’ di distanza tra noi e i nostri pensieri,  scopriamo che possiamo posare uno sguardo diverso sul mondo, sulle persone e sulle situazioni che viviamo. Uno sguardo che non divide ma che unisce e che riduce la sofferenza.

Forse non vinceremo la guerra, ma qualche battaglia certamente sì.
Buona Pasqua!