Molti praticanti  yoga si massacrano i menischi con la posizione del fior di loto, i menischi sono delle mezzelune che odiano la torsione del ginocchio perché li distrugge. E’ l’affermazione che ho sentito fare a un osteopata durante una conferenza alla quale ho partecipato  tempo fa.  Parole che non mi hanno affatto stupito, sebbene nella  tradizione yogica  Padmasana  sia ritenuta quasi una panacea per tutti i mali.

Come stanno davvero le cose? Dipende essenzialmente dalla forma del nostro corpo.  Per alcune persone, praticare il fior di loto è un gioco da ragazzi; per coloro che hanno anche rigide, invece, assumere questa o altre posizioni, come Maha Mudra o Janu Sirshasana,   che implicano la flessione e la torsione del ginocchio,  può danneggiare seriamente i menischi.
Certamente si può lavorare anche sui muscoli per allentare la loro resistenza, ma la vera differenza nella possibilità di praticare e mantenere il fior di loto, o posizioni simili, dipende soprattutto dalla forma delle nostre  ossa, in particolare bacino e femore. Anche se gli atlanti di anatomia ci inducono a pensare che siamo tutti fatti allo stesso modo, non è proprio così e dobbiamo tenerne conto quando svolgiamo attività fisica.

Quale posizione assumere allora, in alternativa al fior di loto, se le vostre ossa non vi permettono di praticarla?  Semplicemente sedersi su uno sgabello,  per salvaguardare  ginocchia e  anche.  Se una  posizione  crea dolore mentre la mantenete e, soprattutto, dopo averla fatta, significa che non fa al caso vostro e deve essere cambiata, o quantomeno modificata, soprattutto se la mantenete a lungo, ad esempio  per la meditazione.
Fate altro, RINUNCIATE:  è un’ottima occasione per ridurre l’ego invece di rafforzarlo.