La crescente popolarità dello yoga fa si che se ne parli ovunque ma spesso anche a sproposito.

“Nello yoga non ci sono posizioni statiche”, “si cerca di andare verso una posizione ideale”, “si cerca di cambiare il corpo”, “l’insegnante chiede agli alunni di copiare una forma”, “manca la consapevolezza del movimento”, “non si crea presenza e connessione come invece accade con quest’altro metodo”… sembra incredibile, ma sono alcuni dei commenti che ho ascoltato in una chat in merito allo yoga paragonato ad altre tecniche di movimento. Commenti che mi hanno irritato ma anche fatto rabbrividire, visto che a farli erano persone che insegnano yoga!

MA QUALE YOGA PRATICANO E INSEGNANO QUESTE PERSONE PER PARLARNE IN QUESTO MODO?

Yoga è COSCIENZA, SE NON C’E’ COSCIENZA NON PUO ESSERCI YOGA. Yoga chitta vritti nirodha, tada drashtuh svarupé avastanam: lo yoga è l’interruzione delle fluttuazioni della mente. Allora risediamo stabili nella nostra coscienza. Sono le prime parole enunciate da Patanjali nello Yoga Sutra. LA COSCIENZA E’ IL FONDAMENTO DELLA PRATICA YOGA

Assistiamo così a un paradosso: da un lato lo yoga è praticato da un numero sempre crescente di persone, se ne parla ovunque, è pubblicizzato dappertutto. Dall’altro canto se ne parla male, viene svilito, viene privato di quella che è la sua essenza perché il dono più grande che riceviamo dallo yoga è proprio la consapevolezza.

Meditiamo su questo.